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Malattie non trasmissibili: il colpevole non sospetto

importanza dell'attività fisica

Malattie cardiache, ictus, cancro, diabete e malattie polmonari croniche, ovvero le cosiddette malattie non trasmissibili (NCD), colpiscono circa il 70% della popolazione mondiale, una percentuale che aumenta nei paesi a basso e medio reddito.

Tra i principali fattori di rischio, oltre ad una predisposizione genetica, ci sono l’uso del tabacco, l’abuso di alcol, di cibo insalubre e l’inattività fisica. Da un lato sostanze, cibi o bevande a cui è bene sottrarsi, dall’altro la necessità di dare una svolta decisa alle proprie abitudini. L’inattività fisica è stimata tra le cause principali di diabete, cardiopatie ischemiche e tumori al seno e al colon.

Uomini, donne, giovani, anziani: purtroppo quando si parla di inattività fisica gli interessati sono moltissimi. I dati forniti dall’Organizzazione mondiale della sanità dichiarano che 6 persone su 10 al di sopra dei 15 anni non praticano mai sport e più della metà si dedica solo raramente ad altri tipi di attività fisica, come ciclismo, ballo o giardinaggio.

Eppure, basterebbe un piccolo sforzo per ridurre il rischio di essere soggetti, presto o tardi, all’insorgenza improvvisa di alcune malattie: il fisico di una persona adulta necessita solamente di due ore e mezza alla settimana di attività aerobica, o almeno 75 minuti di attività vigorosa. Questa dovrebbe prevedere allenamenti almeno 3 volte a settimana, con attività ed esercizi che coinvolgano tutte le parti del corpo, rafforzando soprattutto muscoli e ossa. O per lo meno basterebbe ritagliarsi ogni giorno un’ora da dedicare a una camminata a passo sostenuto o a una passeggiata in bicicletta, magari sfruttando gli spostamenti quotidiani tra casa, lavoro e commissioni varie.

In realtà non si tratta di uno sforzo enorme, eppure circa il 10% dei decessi totali annui nella Regione europea sono causati proprio dall’inattività fisica. Lo conferma l’ultima ricerca condotta dall’Oms, che denota come le donne siano meno attive rispetto agli uomini, così come i paesi ad alto reddito (37%) rispetto a quelli a basso reddito (16%).

L’attività fisica, dunque, garantisce una vasta gamma di effetti benefici sia fisici che mentali, poiché riduce notevolmente ansia, stress, depressione e forti evidenze sembrano dimostrare che ritardi gli effetti del morbo di Alzheimer e altre forme di demenza.

Fonte: www.quotidianosanità

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