Centro Clinico Chimico

Laboratorio Analisi, Diagnostica per immagini e Poliambulatorio

I MINORI FINO A 14 ANNI DEVONO ESSERE ACCOMPAGNATI DA CHI NE ESERCITA LA PATRIA POTESTA’

DA 14  A 18 ANNI POSSONO ESSERE ANCHE ACCOMPAGNATI DA PERSONA MUNITA DI DELEGA DI CHI NE ESERCITA LA PATRIA POTESTA’ CON DOCUMENTO DEL DELEGANTE

Uno screening contro il tumore del colon-retto

Stili di vita

16 Ottobre 2019


Il cancro del colon-retto è il tumore più diffuso in Italia. Ha origine quasi sempre da polipi adenomatosi, tumori benigni dovuti al proliferare delle cellule della mucosa intestinale, che impiegano mediamente tra i 7 e i 15 anni per trasformarsi in forme maligne. È in questa finestra temporale che lo screening consente di fare una diagnosi precoce ed eliminare i polipi prima che abbiano acquisito caratteristiche pericolose.

I polipi, infatti, possiedono due proprietà che li rendono facili da individuare: tendono a sanguinare e sporgono dalla mucosa per cui sono visibili sulla sua superficie. Per questa ragione i test di screening attualmente in uso sono:

  • la ricerca del sangue occulto nelle feci;
  • la rettosigmoidoscopia.

La colonscopia vera e propria in Italia è consigliata soltanto in una seconda fase, se la ricerca del sangue occulto nelle feci ha dato esito positivo.

La ricerca del sangue occulto nelle feci

L’esame del sangue occulto nelle feci consiste nella ricerca, compiuta attraverso metodologie diverse, di tracce di sangue non visibili a occhio nudo in un piccolo campione di feci. Queste tracce possono essere dovute al sanguinamento di un polipo.

In media, per ogni 100 persone che fanno l’esame, cinque risultano positive. Non tutte, però, avranno polipi: le tracce di sangue possono essere dovute per esempio a emorroidi o a piccole lesioni dovute alla stitichezza. Inoltre l’esame non sempre è in grado di rilevare la presenza di un polipo: può infatti capitare che un polipo o una lesione tumorale siano presenti ma non sanguinino il giorno dell’esame. Per questo è importante ripetere lo screening alla periodicità consigliata.

Nonostante i limiti, la ricerca del sangue occulto nelle feci è un ottimo esame di screening. Le tecniche di analisi più recenti, inoltre, hanno consentito di migliorarne ulteriormente l’efficacia e di ridurre i disagi per il paziente. Oltre ad avere una maggiore capacità diagnostica, infatti, i nuovi test consentono di raccogliere un unico campione di feci (e non tre, come avveniva fino a qualche anno fa), senza la necessità di osservare restrizioni alimentari.

Chi lo deve fare e quando?

La ricerca del sangue occulto nelle feci (in sigla SOF) viene consigliata dal Ministero della Salute ogni due anni nelle persone tra i 50 e i 69 anni.

Presso il Centro Clinico Chimico sono disponibili i contenitori idonei per il nuovo metodo di ricerca di sangue occulto nelle feci.

Fonte: airc